giovedì 11 giugno 2009

Il Consiglio Costituzionale francese blocca la legge anti-pirateria

Con un'incredibile sorpresa, il Consiglio Costituzionale francese ha stabilito, sulla base della Dichiarazione dei diritti dell'uomo del 1789, che la libertà d'espressione deve essere rispettata e quindi anche il diritto fondamentale del cittadino di connettersi ad internet.
Nessuna autorità, neanche l'Hadopi, può alienare questo diritto, attraverso la sospensione del contratto di accesso alla rete agli utenti che per 3 volte siano stati scoperti a scambiare file pirata. L'autorità preposta ai controlli potrà solo avvisare l'utente.
Per la prima volta un'autorità stabilisce in modo così netto che l'accesso a internet è un diritto fondamentale di espressione. Ribalta così totalmente la gerarchia di importanza tra diritto d'accesso e copyright. Il legislatore francese infatti, approvando l'Hadopi, aveva posto davanti il diritto d'autore.
"Il Consiglio ha deciso in tal senso anche perché - scrive - il diritto francese mette avanti a tutto la presunzione d'innocenza dell'utente (il titolare dell'abbonamento internet). L'Hadopi invece, togliendogli la connessione, lo presumeva colpevole prima di un effettivo processo. Il punto: in realtà, è sempre possibile- scrive il Consiglio- che a fare peer to peer non sia stato il titolare dell'abbonamento internet, ma qualcun altro che ha accesso alla sua connessione. Solo un processo può stabilire chi sia stato il responsabile".
Il Consiglio appoggia così coloro che, anche in Italia, sostenevano i diritti degli utenti contro le misure severe dell'Hadopi: tra questi anche i socialisti francesi che accusavano la legge di incostituzionalità.

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